Spalla congelata o Capsulite Adesiva: sintomi, cause e rimedi di questo disturbo

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Spalla congelata o Capsulite Adesiva: sintomi, cause e rimedi di questo disturbo

di Gianluca De Lio - 10/7/2020 - in Patologie

Il termine spalla congelata (frozen shoulder) venne coniato da Codman nel 1934 per descrivere tutti quei pazienti che soffrivano di una grave perdita della mobilità della spalla e intenso dolore, correlato ad esami radiografici quasi del tutto normali.

Oggi questa patologia viene identificata anche come capsulite adesiva, la sua diagnosi e il suo inquadramento terapeutico prevedono un iter di recupero graduale per il ritorno ad una mobilità completa. I tempi di guarigione variano in base a diversi fattori, età del soggetto, diagnosi precoce, intervento terapeutico tempestivo, risposta terapeutica adeguata, etc..

L’intervento chirurgico, estrema ratio, è indicato nei pazienti che non mostrano un miglioramento dopo 3 mesi di trattamento aggressivo che includa farmaci, iniezioni di corticosteroidi e fisioterapia.
In pazienti che non hanno una storia di diabete, il primo approccio consiste in una manipolazione sotto anestesia seguita da una fisioterapia. Per pazienti con una storia di diabete in cui il trattamento conservativo fallisce e per coloro che non recuperano la mobilità della spalla con la manipolazione, è indicato il trattamento di release chirurgico in artroscopia seguito dalla fisioterapia.

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Sindrome della spalla congelata: cosa si intende?

Con il termine spalla congelata si intende una progressiva ed invalidante perdita di mobilità. Nel 1964, Neviaser definì questa condizione “capsulite adesiva”, in base all’evidenza delle radiografie con artrografia, che suggerivano la presenza di “aderenze” della capsula dell’articolazione gleno omerale (spalla) che limitano il volume dello spazio articolare.

I soggetti con capsulite adesiva presentano una restrizione dolorosa della mobilità sia attiva che passiva e una perdita globale di mobilità in tutti i piani.

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I sintomi della spalla congelata

I sintomi legati a questa sindrome includono dolore durante tutti i tentativi di mobilizzazione della spalla, in tutti i suoi piani di movimento, sia che questo avvenga attivamente (movimento volontario del soggetto) che passivamente (guidato da un terapista). La mobilità si riduce molto, anche del 60-70% in alcuni piani di movimento. Durante la rotazione esterna dell’omero, la mobilità si riduce anche del 80-90%, sia attivamente che passivamente. E’ infatti, questo, uno dei pochi segni che diagnosticano la patologia.

Questa condizione insorge principalmente in soggetti di 40-60 anni, con una maggiore incidenza nelle donne.

La capsulite adesiva è caratterizzata da tre stadi. La durata di ogni stadio è variabile, ma tipicamente il primo stadio dura 3-6 mesi, il secondo 3-18 mesi e quello finale 3- 6 mesi.

Il primo stadio è quello di freezing (congelamento), caratterizzato dallo sviluppo di un dolore acuto alla spalla. Il dolore è di solito più forte la notte e durante l’attività e può essere associato a un senso di malessere che si irradia all’arto. Spesso, per il paziente è difficile individuare un evento traumatico che abbia dato inizio al dolore. Con il progredire dei sintomi, sono sempre più limitate le posizioni confortevoli dell’arto. La maggior parte dei pazienti tiene l’arto in intrarotazione e adduzione (vicino al busto per intenderci): questa rappresenta una posizione antalgica neutra dell’articolazione mantenuta per contrastare il dolore.
Sfortunatamente, molti di questi pazienti vengono inizialmente trattati con l’immobilizzazione, che peggiora solo il processo di congelamento.

Il secondo stadio è la fase di progressiva rigidità o “congelata”. Durante questo stadio, il dolore a riposo di solito si riduce, lasciando una spalla che ha limitazioni di movimento in tutti i piani. Le attività della vita quotidiana diventano gravemente limitate. Il soggetto lamenta l’impossibilità a raggiungere la tasca posteriore dei pantaloni, ad allacciare il reggiseno, a pettinarsi o a lavare la spalla opposta. Quando compie queste attività, avverte un dolore tagliente e acuto poiché mette in tensione la capsula irrigidita. Tale situazione è accompagnata spesso da dolore notturno, difficile da trattare con farmaci o fisioterapia.
Questo stadio può durare 3-18 mesi.

Lo stadio finale, o terzo stadio, è quello della risoluzione, caratterizzato da una lenta ripresa del movimento. Un trattamento aggressivo con fisioterapia, manipolazioni o chirurgia può accelerare i tempi di recupero, portando il paziente dalla fase “congelata” a quella di recupero se le attività per il range di movimento vengono praticate quotidianamente.

La diagnosi di capsulite adesiva può essere fatta in base a una buona anamnesi e a un buon esame obiettivo. L’anamnesi si deve concentrare sulla durata e sull’inizio dei sintomi, sulla descrizione di qualsiasi trauma precedente e su eventuali patologie mediche.

I reperti dell’esame obiettivo dipendono dallo stadio in cui il paziente si trova in quel momento. In generale, è presente una perdita di motilità passiva e attiva. La perdita della rotazione esterna dell’omero con braccio al fianco è indicativa della condizione.

La perdita di extrarotazione passiva è l’unico indizio importante e serve per distinguere la diagnosi da un problema della cuffia dei rotatori perché i problemi della cuffia dei rotatori non portano quasi mai a una perdita di rotazione esterna.

La diagnosi di capsulite adesiva è confermata dalla normalità dell’esame radiografico. Anche una spalla lussata posteriormente genera una impossibilità nella mobilizzazione del braccio,, ma questa lussazione viene rivelata da una radiografia ascellare laterale.

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Quali sono le cause della spalla congelata

L’esordio di una frozen shoulder si associa a un’immobilizzazione in estensione, a un trauma lieve (ad es., strappo o contusione) o a un trauma chirurgico, soprattutto negli interventi chirurgici sulla parete toracica.

La capsulite adesiva si associa a condizioni mediche come il diabete, l’ipertiroidismo, le malattie ischemiche cardiache, l’artrite reumatoide e la spondilosi cervicale.

L’associazione più significativa è con il diabete insulino-dipendente. Un coinvolgimento di tutte e due le spalle è presente nel 10% dei soggetti, ma può arrivare al 40% in pazienti con storia di diabete insulino-dipendente.

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Riabilitazione della spalla congelata

Sebbene la capsulite adesiva venga considerata un evento a parziale risoluzione spontanea, può produrre disabilità per mesi o anni e quindi richiede un trattamento aggressivo non appena sia stata posta la diagnosi. Il trattamento iniziale deve comprendere un trattamento fisioterapico aggressivo per recuperare il ROM articolare. Per i pazienti nella fase iniziale dolorosa o in quella di congelamento, il sollievo dal dolore può essere ottenuto con l’uso di antinfiammatori,con un uso giudizioso di iniezioni intrarticolari di steroidi o con terapie fisiche. Le iniezioni intrarticolari di corticosteroidi possono aiutare a bloccare il processo infiammatorio spesso associato alla condizione.

Gradualmente, utilizzando esercizi di mobilizzazione sia attivi che passivi legati al mondo della riabilitazione e rieducazione, il range di movimento dell’articolazione migliorerà e gli esercizi di mobilità verranno integrati con gli esercizi di controllo e rinforzo muscolare selettivo. Il passaggio attraverso le diverse fasi della patologia avverrà cercando di mantenere sempre l’articolazione il più possibile mobile e poco infiammata. Questo garantirà una migliore qualità della ripresa, sia in termini di temporale che di recupero della mobilità.

Esercizi per la spalla congelata

Gli esercizi per la spalla congelata hanno come obiettivo il ripristino della mobilità evitando di instaurare mezzi di compenso degli altri distretti anatomici. Per questo, inizialmente, la proposta degli esercizi dev’essere creata appositamente per quel tipo di spalla in quel momento. In questi casi quindi la supervisione è assolutamente fondamentale per evitare che il recupero della mobilità della spalla sia parziale, mentre il consolidamento di mezzi di compenso della spalla sia intenso.

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Gianluca De Lio

Gianluca De Lio

Osteopata, Posturologo, specialista in scienze del movimento, corresponsabile del Centro Fisio Logic
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